Islanda settentrionale e occidentale con i bambini

Le zone settentrionale e occidentale dell’Islanda hanno caratterizzato l’ultima parte del viaggio lungo la Ring Road con i nostri bambini.

Dopo aver visitato Reykjavik e il Golden Circle, le zone meridionale e orientale, siamo finalmente giunti a Húsavík dove abbiamo messo in programma, unica eccezione, un pernottamento di due notti.

Si è trattata di una scelta dettata dalla comodità e dalle esperienze che avevamo programmato alla vigilia.

Húsavík è una piccola cittadina situata nell’estremo nord dell’Islanda, a circa 70 km da Akureyri.

L’economia locale si basa su pesca e turismo. È definita la capitale mondiale per l’osservazione delle balene tanto che l’avvistamento dei cetacei a bordo delle barche che accompagnano i turisti alla scoperta di questa baia è praticamente garantito.

E così è stato anche per noi.

A bordo di Sylvia, una delle imbarcazioni di Gentle Giants, abbiamo avuto la fortuna di fare l’incontro con sua maestà la balena.

A onor del vero per il sottoscritto è stata un’esperienza impegnativa. Il mare era molto mosso!

I bambini sono invece stati più forti e coraggiosi e non hanno avuto problemi.

Abbiamo avvistato anche qualche pulcinella di mare e rientrando nel porto siamo stati affiancati da alcuni delfini che ci hanno scortato per un po’ di “strada”.

Si tratta di un’esperienza da mettere in programma, tenendo conto dei possibili disagi in caso di mare mosso.

Rientrati sulla terraferma, abbiamo dedicato il pomeriggio a un’esperienza più rilassante ma altrettanto piacevole.

Vicino al porto, sorgono i bagni geotermali di Geosea. La location è davvero d’eccezione.

A fianco è situato un faro e l’oceano è proprio lì sotto, con le montagne innevate a fare da cornice.

Un effetto che non può che lasciare a bocca aperta!

Si è trattata della nostra seconda esperienza in una piscina geotermale in Islanda e confermiamo che è una di quelle cose da non perdere se passate da queste parti.

Il giorno successivo ci siamo rimessi ontheroad con destinazione Skagaströnd.

Lungo il percorso abbiamo ovviamente approfittato per fare qualche pausa.

Ci siamo imbattuti in una delle numerosissime cascate presenti sull’isola, ovvero in Goðafoss.

 

Conosciuta anche come “cascata degli dei“, è formata dalle acque del fiume Skjálfandafljót e propone un salto di 12 metri di altezza e ben 30 di larghezza.

Davvero molto bella e, in occasione della nostra visita, abbiamo potuto ammirarla in un paesaggio imbiancato dalla neve caduta proprio poco prima del nostro passaggio.

In occasione del nostro viaggio in Islanda ci è capitato molte volte di fare scoperte del tutto casuali.

Così è stato con il faro di Svalbarðseyri, avvistato in modo fortuito dalla strada.

Il suo colore, la sua forma, la sua posizione erano decisamente meritevoli di una piccola deviazione per raggiungerlo. Giudicate voi se ne è valsa la pena!

Poco dopo è stata la volta di Akureyri che, a dispetto delle sue dimensioni ben lontane dalle grandi metropoli, costituisce la seconda area urbana di tutta l’isola.

 

Un centro storico carino, da visitare velocemente, dove si trovano anche alcuni negozi.

Qui abbiamo assaggiato alcuni dolci tipici islandesi in una piccola bakery, peraltro l’unica che, escludendo Reykjavik, abbiamo trovato sulla nostra strada.

Prima di “rifugiarci” nella Salthus Guesthouse che ci ha ospitato per questa tappa, abbiamo approfittato per visitare il faro e la spiaggia di Kálfshamarsvík.

Si tratta di una zona meno battuta dai turisti ma davvero molto interessante.

Qui sorge appunto un faro moderno e una spiaggia molto bella, caratterizzata da colonne di basalto.

Bella la strada che la collega a Skagaströnd dove abbiamo trovato tanti pascoli con vista direttamente sull’oceano!

Skagaströnd è un piccolo villaggio portuale e la nostra guesthouse si affacciava direttamente sul mare.

Una struttura molto recente, davvero carina con una cucina condivisa su ogni piano.

Proprio da qui parte un bel percorso pianeggiante sulle scogliere che regala scorci incantevoli e, come ha riferito la signora che gestisce la guesthouse, la possibilità di osservare da vicino le foche.

Proprio da qui siamo ripartiti l’indomani in direzione Borgarnes per quella che è stata in sostanza l’ultima tappa del nostro viaggio lungo la Ring Road.

Altro giro, altra cascata… Kolugljufur si raggiunge con un breve tratto di strada sterrata e merita una visita.

Se il tempo lo consente trovate anche un tavolo per pranzare con una vista non male!

Prima di approdare alla meta che ha caratterizzato l’ultima nostra notte in terra islandese, ci siamo fermati a Deildartunguhver.

A livello visivo non si tratta di una di quelle cose che non dovete assolutamente perdere.

Pensate però che si tratta della maggiore sorgente di acqua calda di tutta Europa, grazie alla sua portata di 180 litri al secondo a una temperatura di 97 °C!

Una parte di questa acqua viene utilizzata per il teleriscaldamento.

Eccoci infine a Borgarnes, dove avrete la percezione, dopo una serie di piccoli villaggi e grandi spazi aperti, di essere tornati “alla civiltà”.

Abbiamo dedicato il nostro pomeriggio ai bambini, approfittando dei diversi parchi gioco qui ospitati.

Davvero bello quello costruito dal signor Bjorn, un anziano carpentiere che ha deciso di regalare alla sua cittadina un parco realizzato in legno con materiale di recupero.

Qui a Borgarnes siamo stati ospiti dell’hotel B59, una struttura aperta da poco tempo che ha camere dedicate anche alla famiglie numerose.

Ottima scelta prima di ripartire, ahinoi, in direzione Keflavik per fare ritorno in Italia…

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