Il mio glicine è rifiorito

Carissimi nipotini,
la fioritura del glicine del mio pergolato è uno spettacolo troppo bello per non commentarlo e condividerne alcune foto.

Già nella letterina “Nonno Antonio e la potatura” del 22-03-2019, avevo accennato, tra le altre piante del mio giardino, anche al glicine.

Allora però la pianta non aveva ancora raggiunto la sua massima copertura e bellezza.

Per tutto inverno la pianta è ridotta ad un intreccio apparentemente disordinato di rami spogli.

È necessaria una paziente potatura invernale che consiste nell’eliminare i rami più vecchi e abbassare i nuovi, quelli sui quali sono già abbozzate le nuove gemme, ma che istintivamente sfuggono verso l’alto per prendere la luce.

Improvvisamente poi, a primavera, nel giro di pochi giorni, esplode in una massa di enormi grappoli (di 30 cm. e oltre di lunghezza) colore viola che coprono completamente il pergolato facendolo sembrare un soffitto fiorato.

E che dire dell’inebriante profumo? È un profumo delicato e dolce che viene avvertito già ad una decina di metri e attira tantissime api che vengono a fare il loro rifornimento quotidiano di polline.

Si dice che il miele di glicine sia molto profumato e particolarmente adatto per alleviare la tosse secca.

Il glicine è una pianta della famiglia delle leguminose importato dal continente asiatico all’inizio del 1800.

Una particolarità del glicine, come di quasi tutti i rampicanti, è che il loro tronco e i loro rami tendono ad attorcigliarsi.

Una breve ricerca mi ha fatto scoprire una cosa curiosa.

“Tutti i rampicanti originari dell’emisfero boreale (Nord) si avvolgono in senso antiorario e tutti quelli che hanno origine dall’emisfero australe (Sud) si avvolgono in senso orario.

Questo fenomeno è causato dalla rotazione terrestre”.

Il mio deve essere originario dell’emisfero boreale perché il tronco si attorciglia in senso antiorario.

Sulla nascita di questa straordinaria pianta sono fiorite tante leggende. Riporto quella che mi è sembrata più curiosa e che nasconde una morale.

“Una leggenda italiana ne narra l’origine, secondo la tradizione piemontese, infatti, una giovane pastorella di nome Glicine, piangeva e si disperava per via del suo aspetto, che la faceva sentire brutta ed inferiore rispetto ad altre giovani del suo paesino.

Un giorno al massimo della sua disperazione iniziò a piangere, da sola in mezzo ad un prato, quando ad un certo punto le sue lacrime diedero vita ad una meravigliosa pianta dalla fioritura stupenda e dall’inebriante profumo, il glicine.

Circondata da magnifico profumo la ragazza si sentì orgogliosa e fiera di se stessa, per esser riuscita a creare quella pianta meravigliosa”.

È un modo simpatico per ricordare come la bellezza della natura e, in particolare modo, la fioritura  del glicine possa contribuire a dare gioia e ad aumentare l’autostima.

Sembra che, anticamente, gli imperatori giapponesi nei loro viaggi di rappresentanza nel mondo fossero soliti portare in dono un piccolo bonsai di glicine in segno di amicizia e benevolenza nei confronti degli abitanti delle terre che visitavano.

Per questo motivo, nei linguaggio dei fiori, il glicine simboleggia l’amicizia e la disponibilità.

Con questi sentimenti vi saluto e vi do appuntamento alla prossima letterina.

Nonno Antonio

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