Carissimi nipotini,
l’Epifania sta per arrivare e chiuderà ufficialmente il lungo ponte natalizio, tanto che nel corso degli anni, è stato coniato il proverbio secondo il quale: “L’Epifania, tutte le feste le porta via”.
L’Epifania, festività cristiana, vuole ricordare la visita dei Re Magi che, tradizionalmente, sono tre ma in realtà potrebbero essere stati di più e rappresentavano, per la loro diversa provenienza, tutti i popoli della terra allora conosciuta che si recavano alla grotta di Betlemme a rendere omaggio a Gesù.
Epifania è una parola che deriva dal greco e letteralmente significa “Mi rendo manifesto” ed è il chiaro riferimento alla nascita di Gesù che si manifesta al mondo.
Attorno al XII secolo, la Chiesa cattolica collocò la commemorazione della visita dei Re Magi al 6 di gennaio nel giorno della festività pagana chiamata Befana.
La leggenda narra che i Re Magi, nel loro viaggio per raggiungere Betlemme, chiesero indicazioni ad una vecchina.
La donna però si rifiutò di indicare loro la strada e poco dopo fu assalita dal rimorso per non averli aiutati.
Così iniziò a preparare un cesto di dolci e si mise in viaggio per rintracciare i Magi e la stalla dove era nato Gesù.
Lungo la strada si fermava a regalare i dolci a tutti i bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il Bambino Gesù.
Da allora ogni anno, la simpatica vecchina, gira il mondo regalando dolci ai bambini.
Tradizionalmente è anche il giorno in cui le famiglie smontano e ripongono l’albero di Natale, il presepe e le varie luminarie.
Queste giornate mi portano alla mente un episodio curioso successo tre anni fa, l’anno in cui è esploso il contagio del Covid.
Si tratta della storia del ritrovamento in strada di alcune statuine, legate ad un presepe “smontato prematuramente”.
Una mattina di fine anno, credo fosse il 27 dicembre del 2019, andando all’esterno della casa a fare la lettura del contatore del gas, ho visto al bordo della strada un sacchetto straripante di roba.
Non era ancora giorno e al momento mi è sembrato un sacchetto dell’immondizia abbandonato e aperto da qualche animale in cerca di cibo.
Avevo in mano la torcia e l’ho puntata verso questa busta e con mio stupore ho visto che si trattava di alcune statuine del presepe buttate alla rinfusa in un sacchetto di plastica.
Le ho portate in casa e allineate sul tavolo della cucina.
Il presepe era quasi completo, mancavano solo San Giuseppe e la Madonna e in tutto c’erano una dozzina di personaggi, tutti di una buona fattura e di una considerevole misura (Circa 25 cm di altezza).
Più tardi, uscendo dal cancello principale che dà sull’altra via, sul pilastrino del cancello ho trovato due pecorelle che probabilmente facevano parte dello stesso presepe.
Io e la nonna Lina abbiamo incominciato a pensare a chi e perché potesse avere abbandonato o meglio buttato quel presepe.
Più ci pensavamo e più ci convincevamo che era probabilmente la bravata di qualche ragazzo (per voi bambini diremmo dei ragazzi monelli) che si sono divertiti a “prendere” le statuine da qualche casa per poi abbandonarle in strada.
Pensa e ripensa, ci è venuto in mente che sulla nostra via, pochi isolati più avanti a noi, sulla balconata della scala di accesso all’appartamento, era esposto un presepe simile a questo.
“Vuoi vedere che lo hanno rubato a quella famiglia?” ho detto alla nonna Lina.
Esco in strada e, a conferma della mia teoria, sulla balconata della casa in questione il presepe non c’è più.
Suono alla famiglia, per avvertirli del ritrovamento, ma probabilmente sono andati in vacanza perché non risponde nessuno e la casa è tutta chiusa.
Il giorno dell’Epifania, quando sono rientrati, ho chiesto se il presepe che avevo trovato in strada, vicino al mio ingresso, potesse essere il loro, ed è emersa una realtà completamente diversa da come l’avevamo ipotizzata noi.
“Si il presepio è il nostro, ma non c’è l’hanno rubato. Data la posizione precaria in cui lo esponevamo, ogni tanto il vento faceva cadere le statuine tanto è vero che alcune si sono rotte e per questo motivo abbiamo pensato di toglierlo.
Facendo un giro in una via vicina, ci siamo accorti che una famiglia esponeva un presepe (in realtà solo la natività) con delle statuine simili alle nostre. Abbiamo quindi pensato di regalarle a loro.
Messe in una busta di plastica ci siamo recati presso la famiglia in questione; abbiamo suonato il campanello ma non avendo avuto risposta, abbiamo appoggiato la busta con le statuine accanto al loro cancello.
Probabilmente qualche curioso ha preso il sacchetto e, intanto che camminava, lo ha aperto e visto il contenuto per lui senza interesse, lo ha poi abbandonato un po’ più avanti e cioè in prossimità del vostro ingresso”.
Scoperto finalmente il mistero delle statuine, non mi restava che assecondare il desiderio dei proprietari e consegnare le statuine alla famiglia a cui loro le avevano destinate e così ho fatto.
La famiglia in questione era stupita quanto me da questa strana storia e dall’inaspettato regalo e si è ripromessa di ringraziare i proprietari appena ne avessero avuto l’occasione.
La morale di questo strano episodio che si è concluso positivamente è che non bisogna mai dare giudizi affrettati o approssimativi, ma bisogna valutare sempre bene tutti i particolari e aspettare che le nostre ipotesi vengano confermate dai fatti.
Forse la simpatica vecchietta della befana, assieme agli altri doni, ha voluto farmi vivere questo episodio per regalarmi questa “perla di saggezza” che io cerco di applicare a me stesso e la condivido volentieri con voi e con tutti i lettori.
Grazie della pazienza e del tempo dedicatomi e un arrivederci alla prossima letterina.
nonno Antonio
L’immagine di copertina è di Micky Del Favero.
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