Carissimi nipotini,
siamo a dicembre del 1969, ben 53 anni fa e, in seguito ad una delle tante domande di lavoro presso le tessiture e le filature della zona, sono stato chiamato ad un colloquio presso la Roberts Italia di Albano Sant’Alessandro che commercializzava macchinari tessili e in particolare filatoi.
Il primo impatto per me è stato un po’ scioccante perché, probabilmente trattandosi di una filiale inglese, sia nei documenti che nel parlato, predominava la lingua inglese.
Al giorno d’oggi probabilmente sarebbe sembrato naturale perché la lingua inglese è sempre di più presente nelle scuole e nel mondo del lavoro.
Superato lo shock iniziale e desideroso di entrare nel mondo del lavoro per la mia realizzazione personale e per poter incominciare a ripagare i miei genitori per i sacrifici fatti, ho accettato.
Mi rimanevano pochi giorni per organizzare i viaggi ad Albano Sant’Alessandro che era a circa 10 km da Bergamo e che distava dal mio paese una quarantina di km.
Fortunatamente la linea di pullman che faceva la tratta Boario-Milano passando per Bergamo aveva delle corse quasi ogni ora e quindi ben si prestava a raggiungere la nuova sede di lavoro.
Di buona lena mi sono messo a ripassare il mio inglese scolastico e il 2 gennaio del 1970 ho iniziato ufficialmente.
Ho incominciato a cercare di conoscere e approfondire tutti i vari prodotti della ditta.
Trattandosi di un lavoro di natura commerciale, era importante che conoscessi bene i particolari tecnici delle macchine e le loro potenzialità in modo da essere in grado di rispondere e dissipare ogni eventuale dubbio del cliente, nonché rendere particolarmente appetibile le macchine che ero chiamato a vendere.
Nella pausa pranzo, il gruppo impiegati aveva un contratto di favore con un ristorante vicino e questo era il modo di socializzare e fare amicizia con quelli che sarebbero dovuti diventare i miei colleghi.
Il ristorante, che all’epoca era una buona trattoria a conduzione famigliare, si trovava 1 km più indietro verso la val Cavallina ed era situato proprio sul bivio della strada che portava a Sarnico, esattamente di fronte ad un grande albergo che all’epoca si chiamava “Ca Longa” e che ora è stato completamente sostituito da un grande area commerciale.
Purtroppo questo mio secondo impiego durò solo poco più di un mese.
Infatti, al 13-02-1970 ricevetti la comunicazione che a causa di una riduzione significativa delle vendite, si era reso necessario un ridimensionamento degli organici a partire dagli ultimi assunti.
La lettera continuava con i ringraziamenti per la collaborazione e una promessa a richiamarmi qualora le cose fossero migliorate.
Dopo non molto tempo la ditta fu chiusa completamente. Non ho mai saputo se fosse stato chiuso solo questo stabilimento, tutti i punti vendita in Italia o l’intera fabbrica madre.
Facendo delle ricerche non ho più trovato traccia della ditta, ma alla voce filatoi Roberts, mi rimandano a Roberts Richard, inventore poliedrico americano vissuto a cavallo tra il 1700 e il 1800.
Sembra che dopo aver toccato tutti i campi produttivi della meccanica del momento, Roberts si sia dedicato in particolare ad automatizzare i processi di filatura creando il primo filatoio automatico per cotone.
Chissà, magari il nome della ditta è legato a questo inventore.
Dopo questa piccola curiosità, ritorno con la mente a quel periodo, alla delusione mia e della mia famiglia per la perdita del secondo posto di lavoro e alla ricerca non facile di una nuova occupazione.
Questo comunque sarà il tema di una prossima letterina.
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