Corso di dattilografia e macchina per scrivere

Carissimi nipotini,
come vi avevo detto in chiusura dell’ultima letterina che parlava della mia tesina sulla tessitura, ora vorrei parlarvi del corso di dattilografia che altro non è che la scuola per imparare a scrivere velocemente con la macchina da scrivere.

Negli anni ’70, per chi era destinato a lavorare in ufficio, era ancora fondamentale saper utilizzare correttamente una macchina per scrivere.

Per questo motivo, nei mesi successivi al conseguimento del diploma e in attesa di trovare un lavoro, mi iscrissi alla scuola di “Steno Dattilo Bresciana” nella filiale di Darfo Boario.

Il corso aveva una durata di 3/4 mesi tant’è che il 7 ottobre 1969 sostenni l’esame e ricevetti l’attestato di frequenza.

Per capire meglio cos’era e in cosa consisteva il corso di dattilografia credo sia necessario parlavi un poco della storia della macchina per scrivere che voi nipotini e la vostra generazione potrete vedere ormai solamente nei musei.

L’idea di costruire delle macchine da scrivere sembra abbia preso lo spunto da un congegno meccanico con caratteri in rilievo per permettere ai non vedenti di comunicare tra di loro, creato da un tipografo veneziano verso la fine del 1600.

Dopo vari tentativi di cui si sono perse le tracce, bisognerà aspettare fino agli inizi del 1800 dove nacquero e si moltiplicarono tentativi e prototipi costruiti in gran parte in legno e ottone.

Solo verso la fine del 1800 ci fu la prima produzione di macchine per scrivere da parte dell’azienda bellica americana Remington.

Questa prima macchina era denominata “cieca” in quanto, non si vedeva in tempo reale ciò che si scriveva e, per controllare se fossero presenti degli errori nel testo, si doveva rialzare un apposito ripiano o girare il rullo porta carta.

Nel 1987 fu realizzata la prima macchina per scrivere con “scrittura visibile” in tempo reale, dalla società Underwood.

La tastiera utilizzata fu denominata “QWERTY” che altro non è che la sequenza delle prime sei lettere a partire da sinistra della terza fila di tasti.

Sono passati oltre 140 anni dall’invenzione della prima tastiera “QWERTY” e gli studiosi hanno fatto parecchie ipotesi sulla sua nascita e sembra che la più verosimile sia quella che la tastiera sia stata inizialmente ideata dai telegrafisti che studiarono la disposizione delle lettere sull’esperienza maturata nella trasmissione dei messaggi telegrafici.

Nel corso degli anni furono provate tastiere con diverse disposizione delle lettere ma alla fine prevalse l’impostazione originaria e la tastiera “QWERTY” si dimostrò la più efficace e pratica tanto che la stessa impostazione è stata mantenuta, anche se a volte con qualche piccola variante, nelle moderne tastiere dei nostri PC e tablet.

L’insegnamento del corso di dattilografia, era finalizzato all’utilizzo delle dieci dita sulla tastiera in modo da ottenere la maggiore velocità di scrittura possibile, ma non ricordo nei dettagli i vari esercizi né il numero di lettere al minuto che si dovevano raggiungere.

Per curiosità sono andato a documentarmi e riporto lo schemino didattico:

Con questo metodo si arrivava perfino alla così detta “scrittura cieca” e cioè a scrivere ad occhi chiusi.

Naturalmente il mio corso era quello base che si limitava ad un buon utilizzo della tastiera.

Ho provato ora a riprendere questo metodo, ma mi riesce difficile e finisco sempre con lo scrivere con 5/6 dita pur conservando una discreta velocità.

Voi cari nipotini e i giovani in generale acquisite ben presto e senza alcun corso una notevole velocità di scrittura su tastiera perché fin dalla più tenera età siete a contatto con strumenti tecnologici che prevedono la digitazioni di tasti.

Spero comunque che le piccole esperienze che vi ho raccontato possano avervi incuriosito e possano contribuire a spiegare la miriade di tasti che giornalmente e senza pensarci andate a schiacciare.

Carissimi saluti dal vostro nonno Antonio

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