Carissimi nipotini,
per ricordare i tanti silenziosi donatori di sangue e per sensibilizzare sull’importanza di questo gesto, l’Organizzazione mondiale della Sanità, nel 2005 decise di istituire la Giornata Mondiale del donatore di sangue.
Questa ricorrenza è stata fissata il 14 giugno di ogni anno a ricordo del giorno della nascita di Karl Landsteiner, scopritore dei gruppi sanguigni e co-scopritore del fattore Rh.
La giornata mondiale viene ricordata nelle varie AVIS locali ma per la celebrazione ufficiale viene scelta ogni anno una città diversa.
Nel 2021 venne celebrata a Roma, mentre quest’anno verrà celebrata a Città del Messico.
Dopo queste notizie di carattere generale entro nello specifico del mio volontariato di donatore.
Io ho incominciato solo a 40 anni a donare sangue (in realtà si può incominciare al compimento del 18° anno di età) e ho continuato ininterrottamente fino al limite massimo che è di 65 anni collezionando 80 donazioni totali.
Come nell’impostazione di alcuni film che partono facendo vedere il finale per poi raccontare a ritroso tutta la storia dall’inizio, anch’io per questa prima celebrazione della giornata mondiale del donatore, partirò col riportare il pensiero di ringraziamento che mi sono sentito di dire nell’occasione della mia ultima donazione.
Merate: luglio 1990 – ottobre 2015
A tutti i responsabili, al personale dell’associazione AVIS sezione di Merate, a tutti gli avisini che ho incontrato in questi anni e a quanti abbracceranno in futuro i valori di questa meravigliosa associazione.
Alla fine del mio modesto volontariato AVIS, 25 anni con 80 donazioni, voglio fare alcuni ringraziamenti e considerazioni.
Un mio piccolo rammarico è di aver incominciato solo a 40 anni ma questo è bilanciato dalla grande gioia, soddisfazione e orgoglio di aver fatto parte dell’AVIS e di aver potuto donare ininterrottamente fino al raggiungimento della massima età.
Devo ringraziare in primo luogo il presidente del gruppo di Osnago, il Sig. Giuseppe Arlati che con il suo esempio e la sua passione mi ha avvicinato all’AVIS.
Ringrazio il Sig. Battista Maggioni che ho trovato 25 anni fa e che ancora svolge il suo volontariato con una passione ed efficacia senza confronti.
Ringrazio tutto il personale infermieristico e amministrativo anche se purtroppo non ricordo i nomi, ma ho ben presente i volti e soprattutto la gentilezza e la professionalità.
Nel mio piccolo ho cercato di trasmettere l’amore per questo gesto concreto e importante.
Infatti, oltre ad uno dei miei figli che da tempo ha incominciato a donare, anche nel mondo del lavoro e delle relazioni sociali so che qualcuno ha seguito il mio esempio.
La nostra è un’associazione molto riservata e silenziosa che non ama molto farsi vedere tranne che per la giornata annuale dell’avisino che incomincia con la S. Messa come a voler offrire il nostro dono al donatore per eccellenza che è Gesù, per continuare poi con una visita al cimitero a ricordare gli avisini scomparsi e per finire con un momento conviviale attorno ad una tavola.
Quando mi capita, in qualche ospedale, di vedere qualcuno che sta ricevendo una donazione direttamente dalla classica sacca che usano per noi, mi riempio di gioia e misurato orgoglio perché penso che quella sacca potrebbe essere la mia.
Penso che quel sangue può ridare vigore e vita a quell’ammalato.
Mi piace pensare che quel sangue donato gratuitamente, non contiene solo elementi chimici ma contiene anche tutto l’amore che ha mosso il donatore a riempire quella sacca.
Mi piace pensare quindi che nelle vene del ricevente ci sarà anche una trasfusione di condivisione e di amore e si sa che la condivisione e l’amore, per un ammalato, a volte è una componente ancora più importante del farmaco stesso.
Dietro l’apparente semplice gesto di una donazione c’è uno stile di vita calibrato e moderato.
Quindi, oltre a donare una sostanza vitale, la finalità della nostra associazione è quella di abituare ad una vita alimentare e comportamentale sana ed equilibrata.
Un’altra finalità importantissima è quella di educare il nostro spirito al volontariato, all’amore disinteressato verso il prossimo spingendoci fino a donare una parte di noi stessi ad uno sconosciuto con la certezza di alleviare le sue sofferenze o essere addirittura strumento della sua guarigione.
È una sensazione bellissima che ripaga da ogni sacrificio e riempie l’animo di gioia facendoci ringraziare il Buon Dio della salute che ci ha concesso e facendoci desiderare il giorno della donazione successiva.
A me, e credo anche a quelli come me che arrivano all’ultima donazione per raggiunti limiti di età, prende un po’ di tristezza per dover lasciare ma questa sensazione viene subito cancellata dalla constatazione e dalla grande gioia di aver dato tutto quello che potevo.
Mi rimane anche il conforto e la certezza che lo spirito dell’avisino non va mai in pensione ma continuerà a muovere il mio modo di pensare e di agire, e mi auguro che continuerà a produrre “sacche” di volontariato e di amore disinteressato verso il prossimo.
Ancora un grosso grazie e un caro saluto a tutti,
Antonio Balzarini
Voglio aggiungere un pensiero e un ricordo speciale per il Sig. Battista Maggioni che, proprio un anno fa, è mancato all’età di 86 anni.
Carissimi nipotini e lettori tutti, con queste parole spero di aver ringraziato tutti i donatori, attivi e a riposo, e tutti coloro che si adoperano per far funzionare al meglio la grossa organizzazione della raccolta del sangue.
Spero anche di aver contagiato qualcuno di voi a decidere di abbracciare lo “spirito dell’avisino” in modo da continuare a raccogliere le preziose “sacche di vita e di amore”.
Carissimi saluti da nonno Antonio
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