Un episodio del mio volontariato A.V.O.
Carissimi nipoti,
per sottolineare l’importanza della Giornata Mondiale dell’Ammalato (11 febbraio) voglio riportarvi uno dei tanti incontri particolari che ho avuto con gli ammalati nel corso del mio volontariato AVO presso l’Ospedale di Merate.
Prima credo, però, valga la pena di inquadrare meglio la storia e le motivazioni dell’istituzione di questa giornata.
Nel 1991, a Papa Giovanni Paolo II°, venne diagnosticata la malattia di Parkinson. Iniziarono per lui indicibili sofferenze morali e fisiche che lo accompagnarono per quasi 15 anni (morirà il 2 aprile del 2005) in un progressivo decadimento affrontato sempre con grandissimo coraggio e con grandissima fede.
Le riflessioni sulla propria malattia e sulle tante malattie dell’umanità, lo portarono, nel 1993, alla decisione di istituire una giornata dell’ammalato.
Devoto alla Madonna di Lourdes, che nel corso dell’ultimo secolo è diventata la meta di un pellegrinaggio sempre più intenso da parte degli ammalati, decise di legare tale data alla prima apparizione della Madonna.
Infatti Bernardette Subirous del comune francese di Lourdes, l’11 febbraio del 1858 nella grotta di Massabielle, ricevette l’apparizione di una misteriosa signora vestita di bianco che nelle successive apparizioni rivelerà di essere “L’immacolata Concezione”.
Al di là delle origini cristiane della nascita di questa giornata, l’importante è ricordare e sottolineare il bisogno, pari quasi a quello della terapia farmacologica, che l’ammalato ha della vicinanza, dell’affetto e dell’amore delle persone che lo circondano.
Questo è lo spirito del volontariato AVO che purtroppo, in questo periodo di pandemia, si è dovuto fermare. Speriamo che presto si possa tornare alla normalità e che gli ammalati e gli anziani delle varie strutture possano riprendere ad avere le visite e il conforto di parenti e amici.
UNA GOCCIA D’AMORE
È un sabato tranquillo, quasi tutti gli ammalati sono affiancati dai familiari, ma la mia presenza non sarà inutile.
Durante il mio giro, nel corridoio, incontro una signora che spinge sulla carrozzina un uomo anziano con il volto scarno e gli occhi spenti; vanno su e giù in attesa dell’ora di pranzo.
La donna che spinge la carrozzina, che scoprirò poi essere la moglie, ha uno sguardo triste.
Saluto l’ammalato che non risponde; la moglie, come si fa con un bambino, lo incita a rispondere ma lui non parla però allunga la sua mano a prendere la mia.
Era fredda e io, sovrapponendo l’altra, cerco di scaldarla, di trasmettergli assieme al mio calore la mia vicinanza.
Non so come ma capisce perché me la stringe forte e non allenta la presa per alcuni minuti.
La moglie commossa, gli prende l’altra mano e scoppia a piangere: “non ce la faccio più a vederlo in questo stato, sono otto anni che è ridotto così”, poi un po’ più rilassata da questo pianto liberatore, racconta che il marito ha l’età di un importante politico locale e suo figlio, quando ancora il papà capiva, lo prendeva in giro bonariamente dicendo: “Guarda il tuo coscritto com’è arzillo e quante cose fa”.
Il pianto e le battute che ne sono seguite, hanno aiutato la moglie a liberarsi un po’ della sua tristezza e, con un piccolo sorriso e una ritrovata forza, ha portato il marito in camera ed ha iniziato, con la pazienza recuperata, a dargli da mangiare.
Prima di lasciare il reparto sono passato a salutarli; la moglie era più tranquilla e anche il marito sembrava sereno.
Anche oggi “Qualcuno” ha dato un significato alla mia umile presenza in corsia e sono uscito alla luce del sole ringraziando per la salute che mi ritrovo e per la goccia di amore nel mare della sofferenza che, senza meriti, sono riuscito a donare.
Antonio Merate 09-06-2012
Un caro saluto a voi cari nipotini e una ideale, intensa e condivisa, stretta di mano a tutti gli anziani e gli ammalati.
L’immagine di copertina è di Kenneth Lu
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Grazie a Nonno Antonio per aver condiviso anche questo bellissimo post!
Vi abbiamo incontrati per caso in rete e siamo diventati vostri affezionati lettori.
Grazie Cristina per le belle parole che con molto piacere giro a Nonno Antonio che sarà molto orgoglioso! Un caro saluto!