Carissimi nipotini,
due volte all’anno viene cambiato l’orario passando dalla cosiddetta ora legale a quella solare dove all’inizio si dovrebbe godere di un’ora di sonno in più anche se per me (e credo per altri) non è proprio così.
A questo proposito, voglio condividere con voi e con i lettori la mia piccola esperienza e le considerazioni che ne sono scaturite in questa mattina: sono le sei del mattino del nuovo orario che è appena cambiato.
Purtroppo il mio orologio biologico non si è ancora adeguato e quindi questa mattina mi sono alzato al solito orario, cioè alle sei che però erano le cinque.
“Ma non potevi dormire di più?” mi ha detto la nonna Lina. “Magari” ho risposto io. Credo proprio che nel mio DNA sia presente l’orario biologico dei miei zii materni che per tanti anni hanno esercitato la professione di fornai.
Battuta a parte, senza addentrarmi nel tema specifico dei presunti vantaggi e risparmi, mi chiedo se veramente ne valga la pena.
Personalmente mi affiderei definitivamente alla nostra vecchia e cara stella (il Sole) che da sempre governa e influenza i nostri ritmi di vita.
Dopo aver fatto colazione, eccomi qui davanti al mio computer per iniziare la giornata controllando la posta del giorno prima e le varie notizie.
Su queste naturalmente la fanno da padrone quelle relative alla nuova impennata del Covid 19.
Ieri sera avevo chiuso gli occhi con la mente che risentiva e rielaborava le ultime novità in merito alle nuove disposizioni che le nostre regioni e il nostro governo stanno elaborando per tentare di contenere questa terribile pandemia e questa mattina si riparte con la stessa musica.
Va bene l’informazione, ma questo bombardamento è troppo, rischia di fare andare in depressione. Qui ci vuole una sosta, un po’ di ottimismo. Ora che abbiamo cambiato orario cercherò anche di cambiare un poco l’atteggiamento.
Come per l’anno nuovo facciamo nostro il vecchio adagio: anno nuovo, vita nuova.
Oggi e per i giorni a venire voglio provare a guardare gli avvenimenti con più realismo e con più ottimismo pur senza dimenticare e trascurare la gravità della situazione sanitaria attuale.
Credo che un suggerimento pratico possa essere quello di cercare di guardare, quando si presenta un problema, ai lati positivi che rimangono oppure quelli che si vanno a creare.
Per esempio, il fatto di dover rimanere più tempo in casa può avere i suoi lati positivi perché si può avere più tempo per la lettura, per i lavoretti di casa che rimandiamo sempre, più tempo per cucinare, per parlare, per ascoltare, per curare e godere maggiormente degli affetti familiari.
Il fatto di avere più tempo a disposizione può indurci a guardare meglio dentro noi stessi, ricercando e godendo delle cose che sono veramente importanti per la nostra salute fisica e per la nostra felicità interiore.
Il fatto di muoverci meno può fare bene all’ambiente diminuendo l’inquinamento e dare quindi “una boccata di ossigeno” a tutto il mondo vegetale ed animale traendone enormi vantaggi per tutto il pianeta.
Insomma, cercare di guardare al bicchiere mezzo pieno piuttosto che a quello mezzo vuoto può diventare veramente un’occasione di rinascita.
A questo proposito mi viene in mente lo slogan coniato dal nostro Vescovo Mons. Mario Delpini per l’anno pastorale 2019: “La situazione è occasione” e cioè ogni situazione può trasformarsi in occasione.
Con questo concetto vi lascio perché sta finalmente per albeggiare e voglio uscire per guardare il giorno con occhi nuovi, cercando nel cielo, nelle strade, nella natura e in quanti incontrerò anche se saranno tutti mimetizzati dalla mascherina, un motivo di speranza e di gioia.
Speranza e gioia che auguro anche a tutti voi e che spero di aver contribuito un poco ad infondervi con questa mia letterina mattutina.
Un caro saluto a tutti, da nonno Antonio e da nonna Lina che da sempre mi supporta nella stesura di questi piccoli pensieri.
L’immagine di copertina è di Iraia Martinez
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