Coronavirus e scuole: quali rischi per i bambini? Quanto sono importanti nell’infettare gli adulti?

Le scuole riapriranno regolarmente, salvo sorprese dell’ultimo momento, il 14 settembre. Dal 1° settembre sono iniziate le lezioni di recupero e, è il nostro caso, sono ripartiti alcuni servizi rivolti all’infanzia.

Sono tanti i dubbi che rimbalzano nelle menti delle famiglie. Questi lunghi 6 mesi di chiusura della scuola non sembra siano serviti a molto. Anche perché, ad esempio nella scuola dell’infanzia, sono stati utili soltanto a definire gruppi-classe distinti, a intensificare le già applicate norme igieniche e a dotare le insegnanti di dispositivi di protezione individuale.

Le domande principali che anche noi ci siamo più volte posti sono essenzialmente due. Quali rischi corrono i bambini con la riapertura delle scuole? Quanto sono importanti nell’infettare gli adulti?

Per rispondere ci affidiamo alle parole del Prof. Roberto Burioni che, sulle pagine di MedicalFacts, basandosi su dati scientifici, si è soffermato proprio su questi due quesiti.

Quali rischi corrono i bambini? Facendo riferimento all’esperienza statunitense, si può affermare che i bambini non hanno gravi conseguenze da COVID-19. Qualche numero? Secondo quanto riportato dal Prof. Burioni, negli USA si sono ammalati 476 mila bambini, 4.163 sono stati ricoverati e 101 sono morti.

Questo nel breve termine. Sul lungo termine, su eventuali conseguenze generate dal Coronavirus, non è possibile fare previsioni.

Quali rischi corrono indirettamente gli adulti a contatto con i bambini? Su questo punto i dati disponibili sono contrastanti. Burioni suggerisce che una buona idea potrebbe essere quella di osservare gli Stati che, come la Germania, hanno già riavviato i servizi scolastici.

Sulla bilancia (e siamo assolutamente d’accordo!) vanno pesati anche i rischi derivanti da una mancata riapertura delle scuole, ovvero quelli legati alla mancanza di istruzione e socialità per i nostri bambini. Alla politica il compito di soppesare tutti questi rischi.

Sicuramente aprire le scuole il 14 settembre per poi richiuderle meno di una settimana dopo per allestire i seggi è sintomo di una grave mancanza di attenzione verso i più giovani. Si potevano anticipare le elezioni o trovare spazi diversi per non intralciare l’attività scolastica.

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