Carissimi nipotini,
nel luglio del 1969, quindi esattamente 51 anni fa, alla fine di un lungo percorso di cinque anni di lontananza da casa fatti di impegno, fatica, e tanto, tanto studio, ho raggiunto l’obiettivo scolastico del conseguimento del diploma di “perito tessile” presso il prestigioso Istituto tecnico Industriale Pietro Paleocapa di Bergamo.
(Se aveste voglia di rileggere alcuni particolari potete andare a rivedere la letterina del 19 maggio 2019 intitolata: Il passaggio dalla scuola media alle superiori).
Giorni fa, sistemando alcuni cassetti di un mobile ora non più in uso, ho trovato una cartelletta con tanti effetti personali che non ricordavo più nemmeno di avere.
Il primo documento che mi è venuto tra le mani è l’attestato del conseguimento del diploma di perito tessile. Una volta qualcuno ironicamente, e forse non solo, diceva che bisognava studiare almeno per avere il famoso “pezzo di carta” che avrebbe permesso di entrare nella società lavorativa potendo ambire a determinate posizioni di prestigio.
Per me questo “pezzo di carta” anche se mai esibito, (lo faccio ora dopo 51 anni e per dovere di documentazione), non è mai stato un semplice pezzo di carta ma il coronamento di un lungo e faticoso percorso scolastico.
E’ stata la conferma della scoperta e dell’acquisizione di tantissime nozioni e tecniche. Nozioni e tecniche che hanno orientato e determinato positivamente tutta la mia vita sociale e affettiva nonché quella lavorativa dove sono andato ad applicare, incrementandole con le nuove tecnologie, tutte le conoscenze acquisite nel campo tessile.
Di carattere io ero e sono abbastanza puntiglioso e severo con me stesso e, quindi, l’opportunità e la responsabilità di un risultato positivo nei confronti dei miei genitori e del lascito che ha finanziato l’intero percorso, mi hanno spinto ad impegnarmi sempre al massimo (non era insolito che al mattino puntassi la sveglia prestissimo per studiare e che dedicassi praticamente tutte le domeniche allo stesso scopo).
Il recupero di questi documenti e il conseguente groviglio di ricordi che hanno generato, mi hanno commosso e un poco turbato perché sono riaffiorate alla mente le immagini di tutte quelle persone care che ora non ci sono più.
Sono certo comunque che ricordarle, e ricordare le cose belle che hanno compiuto, è un po’ come farle rivivere.
Mi ricordo a questo proposito la mia carissima zia Letizia che alla morte dell’altrettanto carissimo zio Santì e consegnandomi un tangibile dono in suo ricordo, mi disse: “Antonio questo è il ricordo dello zio Santì, non dimenticarti mai di lui”.
Ebbene cara zia, io non mi sono mai dimenticato dello zio Santì, né di te e di tutte le persone care che mi hanno preceduto e che mi hanno voluto tanto bene. Sono stabilmente nel mio cuore e il loro ricordo mi suscita sempre sentimenti di tenerezza e di riconoscenza.
Sono grato a mio figlio per avermi messo a disposizione lo spazio di questa piccola rubrica e di avere quindi la possibilità di consegnare i miei pensieri, le figure e l’operato di tutte le persone a me care, a voi carissimi nipotini affinché ne facciate la conoscenza e ne custodiate la memoria.
Nelle prossime letterine riporterò qualcuno degli altri documenti che ho ritrovato, andando così ad aggiungere altre tesserine al puzzle della mia vita e delle mie e vostre radici.
Un caro saluto dal vostro nonno Antonio
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