Congedo parentale COVID: 30 giorni da usufruire entro il 31 luglio 2020

Il Decreto Rilancio, con un ritardo alquanto consistente, è stato annunciato ieri sera dal Consiglio dei Ministri e al suo interno sono state previste misure come il congedo parentale straordinario, il bonus baby sitter, il bonus vacanze

Abbiamo parlato più volte su queste pagine della nostra preoccupazione rispetto alla mancanza dei bambini nei decreti, all’assenza di un progetto e serio per la ripartenza delle scuole (dai nidi in su), alle difficoltà dei genitori che lavorano nella gestione dei propri figli…

Non entriamo in questa occasione nei dettagli sulle modalità di fruizione e richiesta del congedo (se siete interessati cliccate su questo link arancione).

Cosa cambia per il congedo? Il nuovo Decreto aggiunge semplicemente 15 giorni agli iniziali 15 previsti.
Ciò significa che il congedo speciale pagate al 50 % può essere utilizzato fino da un massimo di 30 giorni nel periodo che intercorre dal 5 marzo al 31 luglio.

Non serve essere geni della matematica per comprendere che un mese di congedo per un periodo di 5 mesi è davvero troppo poco. Come organizzarsi per il tempo restante? Affidarsi (per chi li ha) ai nonni, in barba alle raccomandazioni della comunità scientifica di limitare i contatti con le persone più anziane?

Diversamente si potrebbe pensare ad una baby sitter ma innanzitutto non è semplice trovarla così rapidamente e, a patto di trovarla, ci assumeremmo i rischi derivanti dal contatto dei nostri bambini con una persona praticamente sconosciuta.

Chi ci rimetterà? A farne le spese saranno ancora una volta le donne e inevitabilmente aumenterà il divario sociale fra i due sessi.

Certo, nel decreto si parla anche di smart working per chi ha figli di età inferiore ai 14 anni, se il proprio incarico lavorativo risulta compatibile con tale modalità di impiego. Ammesso che ciò sia possibile, credete sia semplice lavorare e seguire i propri figli (se piccoli bisognosi di costante assistenza, se grandi da supportare nella didattica a distanza).

E le scuole? Gli asili? Perché non provare a progettare una riapertura quantomeno parziale per quelle famiglie che non hanno soluzioni percorribili?
La risposta non c’è e la preoccupazione è tanta anche per quanto avverrà a settembre perché, senza un piano preciso, temo saremo nella stessa situazione.

Spero di sbagliarmi…

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