Fase 2: le emozioni del primo incontro con i nostri nipoti

Carissimi nipotini,
finalmente, dopo due mesi, è arrivata la possibilità per i nonni di rivedere figli e nipoti. In rispetto alle direttive che proibiscono gli assembramenti e soprattutto per dovere civico e morale, le visite si sono distribuite nell’arco della giornata.

La mattina è stato il turno del nostro figlio maggiore con sua moglie e con il loro bellissimo bimbo di quasi due anni.
Naturalmente la visita deve rimanere rigorosamente all’esterno della casa e quindi, siccome abbiamo la fortuna di possedere un ampio spazio esterno, ci siamo preparati per tempo.

Nel cortile in porfido abbiamo portato (usiamo il plurale perché questa letterina l’abbiamo pensata e scritta a quattro mani io e la nonna Lina) alcune sedie e aperto un tavolino da pic-nic sul quale abbiamo preparato un paio di macchinine e alcuni fogli di recupero con una scatola di pennarelli.

Le automobiline sono il suo giocattolo preferito ma anche il soggetto che, più di altri, ama disegnare.
Infatti parte con due cerchietti che rappresentano le ruote e li unisce velocemente ma con grande maestria, insolita per l’età, con una linea che rappresenta tutto il contorno della macchina.

Tutti noi adulti eravamo dotati di mascherine che abbiamo tenuto per tutta la visita. Il papà (nostro figlio maggiore) ha accompagnato il suo piccolo per un giro nel prato dove, nei giorni precedenti, avevamo tagliato l’erba.

In particolare si è divertito ad osservare le galline e ha potuto assistere anche alla deposizione del primo uovo del mattino (uovo che poi gli abbiamo dato assieme ad altri dei giorni precedenti).

A metà mattina, mentre il piccolo beveva un succo, mia moglie ha preparato il caffè che ha servito dalla finestra in ottemperanza alle disposizioni che permettono i servizi di asporto.

E’ stata veramente una bella emozione e un riprendersi la gioia di affetti per troppo tempo congelati e relegati ad immagini di video chiamate. Con il nostro cucciolo e i loro genitori ci siamo salutati scambiandoci tanti bacini, da lontano con il soffio.

Al pomeriggio è stato il turno dell’altro nostro secondo figlio con la moglie e con i loro tre figli.
Nel cortile oltre al tavolino da pic-nic; abbiamo steso un tappeto per la più piccolina di 10 mesi con i relativi giochini.

Nel prato, in mancanza di uno spazio con la sabbia, abbiamo approntato uno spazio con terra pronta ad essere rivoltata e trasformata, secondo la fantasia dei due più grandi, in gallerie, trappole per mostri, fiumi e mari immaginari.

C’è ancora lo scavo (che abbiamo conservato gelosamente) effettuato due mesi fa dai nostri due nipotini più grandi (si fa per dire perché hanno solo 4,5 e 3,5 anni), corredato da piccoli paletti disposti in modo per noi apparentemente strano ma normale per loro perché è l’espressione del disegno della fantasia del momento.

Io e la nonna Lina ci siamo seduti nel cortile con l’occhio fisso al cancello in attesa dell’arrivo. Passa il grande artista e amico Alberto Casiraghi che non manca mai di fermarsi a scambiare due parole.

Noi esordiamo dicendo: «Siamo in attesa di vedere finalmente i nostri nipotini». Dovremo limitarci a vederli muniti di mascherina e guanti mantenendo la distanza regolamentare. «Chissà se ce la faremo, siamo così ansiosi ed emozionati».

Alberto sorride compiaciuto. Ciò che riguarda i bambini lo commuove sempre (giorni fa si era fermato a commentare positivamente lo strano scavo fatto da loro) e non manca mai di stupirsi.

«Che bello» dice e poi, con la sua aria sorniona, lì per lì compone uno dei suoi famosi aforismi: «Cosa sono due mesi, io è tutta la vita che aspetto di vedere Gesù Cristo». E conclude: «Ognuno ha le proprie attese».
Poi sorridendo si incammina tranquillo per la sua passeggiata giornaliera.

Dopo questo simpatico quanto inatteso aneddoto che non potevamo non riportare, continuiamo nella nostra attesa e finalmente li vediamo arrivare.

Dopo un primo frettoloso saluto, i due nipotini più grandi si sono precipitati nel giardino e, recuperate le palette e i piccoli attrezzi da scavo, hanno subito incominciato a muovere la terra pensando a quello che dovevano costruire.

Alla fine nella loro immaginazione diventerà un castello dove all’inizio metteranno un pezzo d’asse (il ponte levatoio), al centro una pila di tazzine che costituirà la torre e, tutto attorno, distribuiranno tanti piccoli vasetti vuoti in plastica che secondo loro dovrebbero essere le trappole (anche se non abbiamo capito bene per quale animale o per quale nemico).

Dei bastoncini di plastica di recupero sono stati piantati a delimitare l’area.

A fatica e con la lusinga di un gelato, si sono staccati per la merenda, per poi ripiombare nella loro costruzione e più tardi, ci è voluta la promessa che i nonni avrebbero lasciato tutto invariato, per poterli convincere ad abbandonarla per ritornare a casa.

Per la più piccolina, la vista della mascherina inizialmente l’ha spaventata e ci è voluto un po’ (a distanza di sicurezza toglievamo la mascherina e la rimettevamo imitando il gioco dei bambini che amano coprirsi il volto con le mani dicendo che non ci sono più) per tranquillizzarla e tornare a sorridere alla nostra vista.

Il tappeto si è rivelato provvidenziale perché è rimasta seduta su quello spostandosi gattonando per raggiungere i vari giochi e comunque sempre con la sicurezza della presenza della mamma che è rimasta seduta acanto a lei praticamente per tutto il tempo.

Naturalmente anche per lei c’è stato il momento della merenda che, per non essere ingolosita dal gelato, l’ha consumata sulla coperta mangiandosi un’intera banana.

Alla fine della giornata li abbiamo salutati con ripetuti saluti vocali e bacini soffiati e, alla vista della macchina che si allontanava, io e la nonna ci siamo guardati, un po’ stanchi per le emozioni, ma pienamente appagati e felici per esserci riappropriati di tutti i nostri affetti che, per tanto tempo ci erano stati negati.

Siamo grati ai nostri figli e alle nostre nuore per esserci venuti a trovare subito e in piena sicurezza e ci auguriamo che gli sforzi precedenti di tutte le famiglie e quelli, anche se meno pesanti, di questo periodo possano essere rispettati e soprattutto possano servire ad allontanare definitivamente questo terribile contagio.

Cari saluti da nonna Lina e nonno Antonio

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