Scuole chiuse, nonni in quarantena: come possiamo andare a lavorare?

I bambini sono stati completamente dimenticati dai decreti ministeriali per l’emergenza Coronavirus. Stesso discorso per le loro famiglie per le quali il governo ha previsto inizialmente alcune misure che facevano ben sperare ma che poi non hanno trovato alcuna continuità.

Non voglio addentrarmi su questioni come quelle della didattica a distanza, come il fatto che i medici pediatri italiani chiedano a gran voce che i bambini possano tornare a giocare all’aria aperta e molti altri temi collegati.

Ci soffermeremo semplicemente su un dubbio amletico che ci stiamo ponendo ormai da settimane: come è possibile tornare (o continuare perché qualcuno non ha mai smesso) a lavorare con asili e scuole chiusi e nonni in quarantena?

Perché, per esempio, 15 giorni di calendario di congedo parentale Covid con scuole chiuse (almeno per chi scrive) dal 24 febbraio coprono meno di un quarto del periodo interessato dai decreti. E verosimilmente sembra che la scuola non riaprirà per quest’anno scolastico e abbiamo qualche dubbio che potranno tenersi i centri estivi.

Non sappiamo quale sia la strada per fare sentire la nostra voce. Perché il problema che stiamo vivendo noi in prima persona è comune a milioni di famiglie. La situazione è davvero critica e credo che saranno molti quelli che rischieranno di perdere il posto di lavoro.

Il resto d’Europa? Non tutti si stanno muovendo come noi (e questo dovrebbe farci riflettere…).
La Francia, come ha annunciato Macron, ripartirà con la riapertura di asili e nidi. Danimarca e Norvegia (che stanno pagando un conto decisamente più basso rispetto a noi per il virus) ripartiranno dalle scuole.

Anche la Germania sta pensando alla ripartenza della scuola, dando priorità inizialmente agli studenti degli ultimi anni delle scuole primaria e secondaria.

La Spagna, duramente colpita dall’epidemia, sta valutando un’apertura delle scuole da maggio differenziata da regione a regione.

Continuare (o tornare) a lavorare con scuole e asili chiusi non è fattibile. Non lo è se non vengono previste delle misure che consentano a chi lavora di poter accudire i propri figli.
Usati i giorni di congedo, terminate le ferie, cosa facciamo? Perdiamo il lavoro?

La soluzione, per chi ne ha la possibilità, sarà di tornare affidamento sui nonni, contravvenendo però alle indicazioni e rischiando di indebolire ancora di più la fascia più delicata della popolazione. Oltre al danno, la beffa…

L’immagine di copertina è di Pablo Romeo

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1 commento

  1. Carissimi, anche io mi trovo come tanti altri con lo stesso “problema”, il fatto è che noi non dobbiamo trovare la soluzione perché c’è chi ci governa che dovrebbe farlo…e parlano di rientri a scuola forse a settembre, forse scaglionati forse non sanno neanche loro come sono girati…
    se lavoro 8 ore all gg come posso far seguire il discorso didattica a distanza a mio figlio?
    1 non posso lasciarlo a casa da solo, 2 una volta che ha varcato la soglia della scuola è la stessa che se ne fa carico e che deve adempiere al diritto di mio figlio allo studio, come io ho il diritto al lavoro.
    Ho quasi 40 anni e ai miei tempi la scuola era 4 ore al gg x 6 gg la settimana… ma ai miei tempi lavorava solo mio padre e mia madre badava a tt noi.
    Sono reclusa in casa mia da fine febbraio, come tanti altri, con 2 figli ed un altro in arrivo, ho una casa da pagare, finanziamenti per la ristrutturazione da pagare eppure sono in cassa e x fortuna ho un datore di lavoro che anticipa di tasca la propria la cassa senza aspettare l’INPS.
    Se non si riprende a lavorare non so se chi mi anticipa la cassa ne avrà ancora x farlo nuovamente perché se non consegni merce non fatturi e quindi nessun incassa…
    A maggio riprenderò il lavoro e a chi lascerò i miei figli visto che tt le attività ricreative giustamente sono chiuse e non posso permettermi una baby sitter…ah sì già li lascerò dai nonni perché non ho altri a cui affidarli…e ricordo che non dovrei lasciarli a chi è anziano…ma mi tocca.
    Quindi partendo dal fatto che non è colpa di nessuno…ma chi è al potere e ci muove come marionette tutto l’anno potrebbe guardarsi nella propria coscienza e dimezzarsi lo stipendio se non annullarselo e lasciarlo nella casse pubbliche a favore di chi veramente non ha una lira, per questo dico che devono trovare loro una soluzione per tutelare tutti e non arrangiarci come solito.
    Ah già vero l’importante è che il campionato di calcio riparta, sia mai che sti pirla che corrono dietro 1 pallone smettano di guadagnare miliardi all’anno..a zappare nei campi li metterei.
    Scusate ma non se ne può più…

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