Il Sinis (piccola penisola posta sul lato occidentale della Sardegna) è stata per noi una vera scoperta. Una zona selvaggia, protetta dal cemento, che abbiamo visitato in compagnia dei nostri bambini in una breve vacanza di fine ottobre. Una settimana ancora piuttosto calda (per intenderci abbiamo fatto ancora il bagno!).
La Sardegna è un’isola (bella scoperta direte voi…) e raggiungerla richiede tempo e anche una spesa non indifferente. Noi abbiamo optato per il traghetto, affidandoci a Tirrenia (se volete saperne di più leggete il racconto della nostra esperienza a bordo…).
Con una settimana a disposizione, abbiamo deciso di raggiungere Porto Torres con Tirrenia e dividere la vacanza in due grandi tappe: Sinis e Alghero (e dintorni).
In questo articolo vi parleremo del Sinis. Difficile fare una classifica di quanto abbiamo visitato (è una zona davvero splendida!). Per semplicità ne parleremo in puro ordine cronologico, ripercorrendo dall’inizio la nostra vacanza.
Dove dormire? Solitamente ne parliamo in coda al post ma in questo caso vale la pena inserire questa informazione nella “premessa”. Il Sinis non è immenso ma sicuramente è preferibile optare per un alloggio strategicamente comodo. L’Agriturismo S’Anea è stato perfetto da questo punto di vista e Franco e Umberto (padre e figlio) ci hanno accolto con grande calore!
Una struttura immersa nella natura (ma comunque vicina a Riola Sardo dove trovate tutti i servizi principali, dalla farmacia al bar, passando per supermercato, panetteria…) dove staccare davvero da tutto. In questo articolo, se volete approfondire, ne parliamo più accuratamente…
Date tutte queste doverose premesse, ecco quanto abbiamo visitato. Avere un’automobile è a nostro avviso praticamente indispensabile; diversamente sarete molto limitati e dovrete affidarvi ai trasporti pubblici (che non arrivano ovunque…).
Is Arutas. La particolarità di questa spiaggia sta, più che nel suo mare turchese, nei granelli tondeggianti di quarzo finissimo, simile a chicchi di riso, con colori che vanno dal verde al bianco, passando per il rosa.
E’ la spiaggia probabilmente più nota della Penisola del Sinis ed è stato splendido trovarla così deserta, così tutta per noi. E’ questo il vantaggio di poter viaggiare in periodi dell’anno meno convenzionali. Devo però svelarvi che, senza saperlo, ci siamo posizionati un poco fuori dalla “vera” Is Arutas (lo abbiamo scoperto soltanto due giorni dopo…) ma tutta quella zona è meravigliosa e caratterizzata da questa sabbia speciale!
San Salvatore di Sinis. Volete immergervi in una location da film western? Qui troverete ciò che fa per voi. Un paese praticamente disabitato (che riprende vita una volta all’anno a settembre per la Corsa degli scalzi) e che è stato davvero il set di molti “spaghetti-western”.
Qui i bambini possono girare tranquillamente (non ci sono auto) e in una ventina di minuti potete visitare il piccolo paese comodamente.
Consigliamo anche la visita, all’interno del paesino, della chiesa di san Salvatore, eretta su un santuario preistorico scavato nella roccia. Sotto la navata sinistra, da una scaletta, si accede all’ipogeo che presenta tracce di frequentazione che arrivano sino al Neolitico.
Noi l’abbiamo trovata aperta (con una persona che ci ha accolto al suo interno). Altrimenti ci hanno spiegato che basta rivolgersi al bar lì vicino (che dà sulla strada) che custodisce le chiavi e vi aprirà.
Tharros. Un luogo magico, intriso di storia millenaria, in una cornice naturale incantevole. Tharros è questo (e molto di più). Credo che le fotografie parlino più che le parole…
Qui (siamo nella parte meridionale della Penisola) troverete le rovine dell’antica città, fondata nell’VIII secolo a.C. e abbandonata nell’XI d.C.. Il percorso dell’intera area richiede almeno un’ora di tempo (se fatto abbastanza rapidamente) ed è davvero consigliatissimo! Nel sito internet dedicato trovate tutte le informazioni relative a orari e costi di ingresso.
Sono stato io a visitare l’area archeologica, in compagnia della nostra terzogenita. A proposito, meglio non utilizzare all’interno del percorso il passeggino. Se come il sottoscritto lo farete, avrete qualche difficoltà (comunque non insormontabile!).
E il resto della famigliaontheroad dov’era mentre io e la piccola visitamo il sito archeologico? I due “grandi” (e la loro mamma…) non hanno resistito al richiamo del mare! Salendo a piedi verso l’ingresso di Tharros, alla vostra destra apparirà una spiaggia stupenda!
Storia, mare e divertimento rendono Tharros una meta da non perdere se passate da queste parti.
Oltretutto, a differenza di altre mete nel Sinis, qui trovate anche qualche bar e ristorante perfetto per una pausa, una merenda o un pasto.
Maimoni. Di ritorno da Tharros abbiamo percorso la strada (sterrata) che costeggia il mare del Sinis. Una strada immersa nella natura, a pochi metri dal mare che, potendo, sarebbe bello poter percorrere in bicicletta.
Qui tutte le spiagge sono molto belle, selvagge e potrete trovare un angolo tutto per voi.
Maimoni è una di queste. Anche qui ritroverete il quarzo di Is Arutas.
Lungo questo litorale ci sono (pochi) servizi ma a fine ottobre era quasi tutto chiuso.
Cabras e il suo Museo. Il Museo Archeologico Giovanni Marongiu si trova a Cabras. Inaugurato nel 1997, custodisce i Giganti di Mont’e Prama, la più grande scoperta della fine del secolo scorso nell’area mediterranea.
Il percorso è perfetto anche per i bambini. In circa mezz’ora (tempo perfetto per i più piccoli) potrete visitarlo comodamente. Ovviamente, se ne avrete la possibilità, potete fermarvi più a lungo per approndire meglio tutte le schede che accompagnano i reperti.
Consigliabile a nostro avviso una visita dopo essere passati da Tharros, così da unire le due esperienze e coinvolgere i bambini.
Putzu Idu. Cercavamo una spiaggia a misura di bambino e credo che qui abbiamo trovato il posto perfetto per loro. Acqua cristallina, molto bassa per tanti metri, un lembo di finissimi granelli di quarzo lungo quasi due chilometri e riparato dal maestrale.
Putzu Idu si trova all’estremità nord dell’area marina della penisola del Sinis, poco sotto Capo Mannu, nel territorio di San Vero Milis. Qui sono molti i servizi che troverete in alta stagione.
In bassa stagione è quasi tutto chiuso e ciò, a nostro avviso, la rende ancora più affascinante.
Oristano. E’ stata la nostra ultima meta della prima parte della nostra vacanza in Sardegna. Si tratta della città principale della parte centro-occidentale dell’isola che ha legato la sua “fortuna” alla lavorazione della ceramica.
Carino il centro storico (medievale), adatto per una piccola passeggiata. Noi siamo passati da queste parti per pranzare e per una piccola visita. A nostro avviso un’ora è sufficiente per girare il centro.
Forse ci aspettavamo qualcosa di più ma, se potete fare una piccola sosta, vale comunque la pena programmare una breve visita.
Qui si chiude la nostra esperienza nel Sinis, una zona della Sardegna che non conoscevamo ma che ci ha davvero conquistati.
Abbiamo apprezzato il suo lato selvaggio, il pochissimo cemento, la natura incontaminata, l’incanto delle sue spiagge e del mare e il fatto che questa area sia così intrisa di storia.
Per vedere tutto quello di cui abbiamo parlato, ci siamo fermati tre notti presso l’Agriturismo S’Anea e, a onor del vero, abbiamo dovuto tralasciare tante cose. Se ne avete la possibilità, credo che potreste passare qui una settimana intera, così da godere con calma della bellezza di queste terre.
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In pochi giorni di vacanza siete riusciti a regalarvi e regalarci immagini di paesaggi mozzafiato, di costruzioni e città curiose, belle e ricche di tanta storia e tanta arte.